Miss Merkel e l'omicidio nel castello by David Safier

Miss Merkel e l'omicidio nel castello by David Safier

autore:David Safier [Safier, David]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SEM
pubblicato: 2022-01-13T23:00:00+00:00


28

Alle due di notte, quando Angela e Achim imboccarono la via di casa, solo una delle villette era illuminata: la loro. E davanti c’era Mike. Come un padre in attesa che il figlio nottambulo, molto probabilmente ubriaco, rientri sul Suv preso a rate tutto ammaccato.

«Mike non sembra entusiasta» constatò Achim.

«In effetti.» Angela si sentiva un po’ in colpa per aver ingannato la sua guardia del corpo.

«Verrebbe voglia di fare dietrofront» disse Achim.

«Mica ci farà una ramanzina.»

«Non ne sarei tanto certo.»

«Sono sempre la sua capa.»

«Il suo compito è vegliare su di te. E non ha potuto assolverlo.»

Si erano ormai avvicinati al punto da cogliere l’espressione cupa di Mike e Angela sussurrò al marito: «Adesso non ne sono più tanto certa nemmeno io».

Per un attimo le parve di vedere del fumo uscire dalle orecchie del bodyguard ma era solo il riflesso del lampadario della cucina.

«Dove siete stati?» chiese Mike in un tono che rivelava tutta la rabbia repressa.

«Allora» esordì imbarazzato Achim «a questa domanda si può dare una risposta filosofica o scientifica, partendo dalla rotazione terrestre...»

Mike sembrava sul punto di esplodere.

«...ma preferisco cedere la parola alla sua superiore» concluse Achim arretrando di un passo rispetto alla moglie, che optò per la fuga in avanti: «Siamo entrati nel castello».

«Che cosaaa?» sbottò Mike.

«Siamo entrati nel castello» ripeté Achim come se confermarlo fosse d’aiuto.

«Ho capito! Solo che non mi capacito! Potevano beccarvi!»

«E infatti ci hanno beccato.»

Angela avrebbe preferito che Achim avesse omesso il dettaglio.

«Chi vi ha visto?» domandò Mike costernato.

«Alexa von Baugenwitz» rispose Angela.

«E un texano seminudo» aggiunse Achim.

«Nudo...» Mike deglutì per digerire quelle sorprendenti informazioni, ma invano.

«Un texano...» ribadì Achim servizievole.

Il bodyguard scosse il capo: «E io scemo che pensavo che questo incarico fosse di tutto riposo».

«Ma non è successo niente» disse Angela tentando di minimizzare.

«Esatto,» intervenne Achim «il texano stava per darle una bottigliata in testa ma...»

«Che cosaaa?»

«Voleva colpirla con...»

«Cicci, non serve dirlo.»

«Stia a sentire, le ho detto e ridetto che non deve andare in giro da sola! Non posso fare il mio lavoro se mi nasconde le cose! Io mi licenzio!»

Le dimissioni di Mike colpirono Angela più di quelle presentate nel tempo dai suoi ministri. A essere sincera nella maggioranza dei casi era stata ben felice di non doverli più vedere. Si rese conto in quel momento quanto fosse affezionata al suo bodyguard. Non doveva assolutamente permettergli di andar via!

«Non succederà più» promise contrita.

«Questo lo ha già detto, me lo ha addirittura giurato!»

«Però avevo le dita incrociate dietro la schiena» confessò Angela sentendosi ancora più in colpa. Mike era disposto a morire per difenderla, Angela lo sapeva bene, e lei per tutto ringraziamento gli diceva bugie, come una bambina.

«Aveva cosaaaa?» esclamò Mike scioccato.

«Le dita incrociate...» si premurò di ripetere Achim.

«Non sono mica sordo!» ringhiò Mike. Achim si ritrasse terrorizzato. Angela si sentì ancor più colpevole perché suo marito era bersaglio della rabbia diretta a lei. Ma prima che potesse spiegarsi ulteriormente qualcuno urlò dalla finestra della casa di fronte: «Silenzio, o chiamo la polizia!».

«Meglio entrare.»

«Sì, io devo comunque fare i bagagli.»

«Mike, ho bisogno di lei.



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